Nell'antica cultura egiziana, i gatti erano venerati e considerati sacri. Erano associati alla dea Bastet, raffigurata come un gatto o una donna con la testa di gatto. Bastet era una dea della fertilità, del parto, del piacere e della protezione, e i gatti erano visti come l'incarnazione di queste qualità. Uccidere un gatto era considerato un reato grave nell'antico Egitto e i gatti venivano spesso mummificati dopo la morte.
In alcune culture asiatiche, i gatti sono visti come simboli di buona fortuna e prosperità. Il Maneki-neko giapponese, o "gatto che fa cenno", è un simbolo popolare di ricchezza e buona fortuna. I gatti sono anche associati alla saggezza, alla conoscenza e al mistero in varie altre culture.
Sebbene i gatti non siano discussi esplicitamente o non siano attribuiti significati biblici specifici nella Bibbia stessa, sono stati menzionati in alcuni testi e commenti religiosi non canonici. In alcuni bestiari europei medievali, i gatti erano associati a caratteristiche sia positive che negative. Da un lato erano visti come simboli di diligenza, pulizia e indipendenza. D’altro canto erano legati anche all’astuzia, all’inganno e alla stregoneria.
Nel complesso, i significati simbolici associati ai gatti nella Bibbia e nelle culture antiche sono diversi e vari e riflettono il contesto culturale e storico in cui venivano utilizzati.