Le specie invasive hanno spesso comportamenti aggressivi, alti tassi di riproduzione e una bassa tolleranza per i predatori o i concorrenti, consentendo loro di sfruttare le condizioni locali. Queste specie possono influenzare negativamente le specie native superandole per risorse, come cibo e habitat, e trasmettendo malattie o parassiti. Le specie invasive possono anche alterare la struttura e la funzione degli ecosistemi in modi profondi, interrompendo le reti alimentari naturali, il cambiamento del ciclo dei nutrienti e l'aumento del rischio di incendi.
Le bioinvasioni possono verificarsi naturalmente, attraverso la migrazione o la dispersione delle specie da un'area all'altra. Tuttavia, le attività umane svolgono un ruolo significativo nel facilitare le bioinvasioni. Il commercio internazionale, il trasporto e il turismo possono inavvertitamente introdurre specie non native in nuovi ambienti, dove possono prosperare e diventare invasivi. Altri fattori che contribuiscono alle bioinvasioni includono la modifica dell'habitat, i cambiamenti climatici e l'inquinamento.
La prevenzione delle bioinvasioni richiede un approccio poliedrico che coinvolge la cooperazione internazionale, il rigoroso controllo delle frontiere, la consapevolezza del pubblico e le efficaci misure di quarantena. La diagnosi precoce e la rapida risposta alle nuove infestazioni sono fondamentali per contenere la loro diffusione e minimizzare i loro impatti.